“Metlicovitz. L’arte del desiderio”: la mostra triestina sul grande illustratore e cartellonista pioniere della pubblicità

Fino al 17 marzo 2019, in occasione del 150° anniversario della nascita di Leopoldo Metlicovitz, Trieste dedica una grande mostra a questo suo eccezionale figlio, come già nel 2002-2003 ha fatto col suo (più noto) allievo, collega e amico, nonché rivale, Marcello Dudovich.

La retrospettiva “Metlicovitz. L’arte del desiderio”, allestita in due importanti spazi museali della città poco distanti l’uno dall’altro, il Civico Museo Revoltella ed il Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl” di Palazzo Gopcevich, offre lo spunto per conoscere meglio uno dei pionieri dell’arte della pubblica affissione in Italia, presentando più di settanta grandi manifesti del laborioso illustratore, cartellonista e pittore triestino, ma anche decine di suoi spartiti musicali, cartoline, copertine di riviste e dipinti.

In aprile la mostra si sposterà a Treviso, per la precisione al Museo Nazionale Collezione Salce, cioè proprio il luogo da cui provengono moltissimi dei manifesti esposti.

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“Suspiria”: il film di Luca Guadagnino omaggio al cult di Dario Argento

“Suspiria”, il nuovo film del regista, produttore e sceneggiatore italiano Luca Guadagnino, presentato in concorso alla 75a Mostra del Cinema di Venezia, è ovviamente un omaggio e una rilettura personale dell’omonimo lungometraggio di Dario Argento del 1977.

Attuare un confronto col capolavoro di Dario Argento è insensato e inutile, dato che Guadagnino non ne ha realizzato un semplice remake. E proprio per questo il film mi è piaciuto: le similitudini col film cult di Dario Argento sono tante, ma le differenze sono infinitamente più numerose.

E’ la stessa (divina) Tilda Swinton, una delle protagoniste del “Suspiria” di Guadagnino (come di molte altre sue opere), nonché sua amica e musa da anni, a definire il film del 2018 una “cover”, piuttosto che un remake. “Come è evidente nella musica, le cover spesso hanno un suono molto diverso dalla canzone originale”.

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“Arte e Magia. Il fascino dell’esoterismo in Europa”: mostra al Palazzo Roverella di Rovigo

La mostra “Arte e Magia. Il fascino dell’esoterismo in Europa” testimonia l’attrattiva che le pratiche esoteriche hanno avuto sulla gente – e quindi sugli artisti – tra gli ultimi decenni dell’Ottocento e i primi del Novecento nel Vecchio Continente.

Sono stata alla bella mostra del Palazzo Roverella di Rovigo all’inizio di novembre, ma per una serie di motivi ultimamente mi sono trovata impossibilitata ad aggiornare il blog con regolarità.

La mostra è iniziata a fine settembre ed è visitabile fino a domani: rimangono quindi poche ore per raggiungere Rovigo e godersi questa splendida raccolta di tele, sculture e oggetti raffiguranti streghe, demoni, sfingi, pratiche divinatorie, trasmutazioni alchemiche e sedute spiritiche.

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“Dionysus”: il nuovo album dei Dead Can Dance

Non ci giro minimamente intorno: “Dionysus”, l’ultimo album dei Dead Can Dance, non mi è piaciuto particolarmente.

Dopo la meravigliosa parentesi di sei anni fa con la risurrezione di “Anastasis”, il disco è un ritorno alla world music, cioè al periodo dei Dead Can Dance che non apprezzo e che mi ha reso estraneo per anni il duo che invece quasi trent’anni fa ha sancito il mio ingresso nel mondo goth (assieme a Cure, Christian Death, Virgin Prunes e in seguito molti altri).

“Dionysus” è sicuramente uno di quegli album che si apprezzano maggiormente ad un ennesimo ascolto, ma non posso non ripensare a quando ho sentito il primo brano di “Anastasis”, Children of the sun, e soprattutto l’intero “Ark” di Brendan Perry, e me ne sono innamorata fin dalle prime note.

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“L’altro posto”: l’ultimo romanzo di John Ajvide Lindqvist, l’autore di “Lasciami entrare”

L’ultimo romanzo di John Ajvide Lindqvist, “L’altro posto”, non mi ha entusiasmato quanto i precedenti, anche se si tratta dell’opera più autobiografica partorita finora dallo scrittore svedese.

Il libro è comunque interessante, in quanto narra la sua genesi di autore horror e cosa ci sia dietro alla paura che descrive nelle proprie opere, come si siano originati i suoi personaggi, da dove nasca il terrore da cui è ossessionato.

D’altronde “scrivere del mostro è un modo per placarlo”, ci ricorda Lindqvist proprio in quest’ultimo romanzo.

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“Edward Mani di Forbice – Qualche anno dopo”: un fumetto di Kate Leth e Drew Rausch

“Edward Mani di Forbice” può piacere o meno, ma tutti conoscono il celebre film di Tim Burton, considerato (secondo me, a ragione) uno dei migliori lungometraggi del regista statunitense, se non dell’intera storia del cinema fantastico.

Il finale del film del 1990 non lascia adito a speranze: Kim non ha più incontrato Edward dalla notte della morte di Jim. E’ lei stessa a dircelo, quando racconta la sua storia alla nipote.

Nel fumetto narrato da Kate Leth e illustrato da Drew Rausch ritroviamo Megan, la nipote di Kim, ormai sedicenne. E stavolta sarà lei a proteggere Edward dalla furia cieca e dai pregiudizi della folla.

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“1948: la Biennale di Peggy Guggenheim”: mostra omaggio al Guggenheim di Venezia

Almeno una volta ogni due anni faccio un salto al Guggenheim di Venezia. Per ammirare la collezione permanente, che ormai conosco abbastanza, ma soprattutto per le mostre temporanee di volta in volta ospitate a Palazzo Venier dei Leoni.

La mia prima volta al Guggenheim risale ad una gita scolastica ai tempi delle medie.

L’ultima a qualche settimana fa, per visitare la mostra “1948: la Biennale di Peggy Guggenheim, organizzata in occasione del 70° anniversario dell’esposizione della celebre mecenate statunitense alla XXIV Biennale di Venezia.

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“Hereditary”: l’azzeccato esordio cinematografico di Ari Aster

“Hereditary”, il film di debutto di Ari Aster, è il lascito di grandi pellicole culto del passato, come “Rosemary’s baby” o “L’esorcista”, al cinema horror di oggi, che è tornato ad occuparsi più che mai di temi quali sette e satanismo, riti esoterici, spiritismo, maledizioni e possessioni.

Ma l’eredità che dà il titolo all’opera prima del regista statunitense è soprattutto quella – maligna e tragica – che grava sui protagonisti del film: i componenti della famiglia Graham.

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“Dirigibili. I transatlantici del cielo”: mostra fotografica e multimediale all’AIM di Trieste

Sono fissata con le mongolfiere e i dirigibili da quando ero piccola e anche la mia passione per lo steampunk affonda le proprie radici in questo amore lungo una vita (oltre che nei libri di Jules Verne, H. G. Wells &CO.).

Mi sono quindi fiondata al Castello di San Giusto di Trieste, la mia città, non appena ho saputo dell’interessantissima mostra fotografica e multimediale “Dirigibili. I transatlantici del cielo”, ospitata all’AIM – Alinari Image Museum e basata sul libro “Airships: designed for greatness, the illustrated history” di Max Pinucci.

Purtroppo mi ritrovo a parlarne all’ultimo momento: avete tempo per visitarla solo fino a dopodomani, domenica 23 settembre 2018.

 

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“La Belle Sauvage”: il primo volume de “Il Libro della Polvere” di Philip Pullman

Fortunatamente sono innamorata dell’opera di Philip Pullman, ho tutti i suoi libri e avrei letto il suo nuovo romanzo comunque, anche se non si fosse trattato di un altro racconto ambientato nel mondo di Lyra Belacqua.

Dico “fortunatamente”, perché avevo letto di come “La Belle Sauvage”, primo volume di una nuova trilogia, “Il Libro della Polvere”, c’entrasse poco o nulla col ciclo di “Queste Oscure Materie”.

In questo libro invece viene narrato proprio ciò che porterà alle vicende de “La bussola d’oro” e come Lyra arriverà al Jordan College di Oxford.

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