“Dirigibili. I transatlantici del cielo”: mostra fotografica e multimediale all’AIM di Trieste

Sono fissata con le mongolfiere e i dirigibili da quando ero piccola e anche la mia passione per lo steampunk affonda le proprie radici in questo amore lungo una vita (oltre che nei libri di Jules Verne, H. G. Wells &CO.).

Mi sono quindi fiondata al Castello di San Giusto di Trieste, la mia città, non appena ho saputo dell’interessantissima mostra fotografica e multimediale “Dirigibili. I transatlantici del cielo”, ospitata all’AIM – Alinari Image Museum e basata sul libro “Airships: designed for greatness, the illustrated history” di Max Pinucci.

Purtroppo mi ritrovo a parlarne all’ultimo momento: avete tempo per visitarla solo fino a dopodomani, domenica 23 settembre 2018.

 

I dirigibili nascono prima degli aeroplani e – andando a sostituire progressivamente le mongolfiere – divengono i padroni dei cieli dalla metà del XIX secolo fino al terribile incidente dell’LZ 129 Hindenburg del 6 maggio 1937, che ne decreta la caduta in disuso.

Nel 1899 il generale e progettista Ferdinand von Zeppelin costruisce il primo dirigibile rigido. Questo tipo di dirigibile, che prende il nome dal suo ideatore, riscuote un tale successo che da questo momento in poi il termine “zeppelin” verrà usato per indicare tutti i dirigibili, anche quelli non rigidi.

I dirigibili si rivelano lussuosi mezzi di trasporto con cui si può circumnavigare il globo (il celebre LZ 127 Graf Zeppelin nel 1929 lo fece in 35 giorni), sorvolare il Polo Nord (il primo fu il glorioso Norge, progettato dal nostro Umberto Nobile), viaggiare dall’Europa agli USA in una manciata di giorni (il Graf Zeppelin lo faceva in cinque giorni, procedendo ad una velocità di circa 100 km/h).

Durante le guerre però queste aeronavi vengono spesso utilizzate come ricognitori e bombardieri.

Il tallone d’Achille dei dirigibili è il loro essere tanto affascinanti quanto pericolosi: nel corso della loro storia gli incidenti non si contano, fino alla sopraccitata tragedia dell’Hindenburg del 1937.

In realtà ai giorni nostri i dirigibili vengono ancora utilizzati, anche se perlopiù per riprese aeree, pubblicità (chi non conosce i famosi dirigibili della Goodyear?) e turismo.

La mostra dell’AIM celebra i più famosi dirigibili mai costruiti e consiste in una serie di immagini digitali e stampe degli Archivi Alinari e di altri archivi fotografici internazionali, filmati d’epoca e modellini dei dirigibili e dei loro hangar, proiezioni 3D e non, postazioni e pareti interattive. Molto interessanti anche le tavole comparative tra le varie aeronavi.

Grazie alla tecnologia 3D, alla nitidezza delle immagini e dei video e ai muri interattivi si ha la sensazione di sedere a bordo di un dirigibile, in una delle sue sale da pranzo o delle sue cabine, nella sala comandi o in altri ambienti. Di essere affacciati ad una delle sue finestre, durante un volo, a guardare il panorama che scorre lentamente sotto di noi.

La mostra si rivela insomma un ottimo modo per avvicinarsi per la prima volta a questi meravigliosi giganti del cielo.

Per me che già conoscevo questo mondo, si è trattato invece di un surrogato provvisorio ma piacevolissimo, nell’attesa di realizzare uno dei miei sogni, quello di volare a bordo di una mongolfiera e di un dirigibile.

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